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09/04/2008 12:43 | |
12:31 Venser La porta spalancata annuncia l'intercedere del Custode dei Segreti, barcollante, stanco, distrutto. Quasi non riesce a muovere i suoi muscoli, ma il sogno fatto da alcuni giorni a quella parte dà lui forza per continuare a combattere. Scappato dalla casa della Chierica che lo ha curato, egli non riesce a pensare a null'altro che non sia odio. < > Poi la sua attenzione è catturata. Un ragazzo che sfoglia libri, secondo scaffale, ala destra, numero dal venti al cinquanta. <> sussurra, avendo riconosciuto la sessione della sua amata biblioteca. <> Raggiunge il tavolo centrale, appoggiando le mani alla pietra causa il dolore lancinante, e si siede... Dannato corpo...
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09/04/2008 12:46 | |
12:42 SerZexion: [biblioteca.] si volta verso un uomo mezzo dolorante. un gesto rapido. la mano ddestra riesce a rimettere perfettamente il libro che aveva trovato nell'apposito punto. le gambe si muovono per dirigersi ad aiutare quel povero dolorante. raggiuntolo un braccio viene a posarsi davanti all'uomo. " vuoi una mano?- dice. un breve sorriso compoare sul ragazzo. un breve sorriso che svanisce rapidamente. - ne ho due.. se vuoi posso prestartele tutte e due." si china e gli propone di aiutarlo. "sai.. so che può essere umiliante.. -continua.- intendo... essere curati o aiutati da sconosciuti. io stesso detesto farmi aiutare. peerò se mi si presenta l'opportunità di aiutare un estraneo, anche se odio essere aiutato, beh.. io lo aiuto." detto questo cerca di sollevarlo. parole sincere. un sorriso ricopmpare sul viso del ragazzo. stavolta sembra durare di più. non tanto di più ma quanto basta per fargli capire che intenzioni aveva.
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09/04/2008 12:51 | |
12:46 Venser: [biblioteca] < > sbuffa, anche se si vede costretto a farsi dare una mano, causa il dolore che lo attanaglia. <> Poi l'occhio cade sulla spada, la katana, che il ragazzo porta sulla schiena. Una spada sulla schiena, proprio come faceva lui quando ancora credeva nel combattere le guerre. <> mormora dolce. <> Solo quella frase dura la sua gentilezza, poi i ricordi tornano a farsi sentire. <>
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